In questa categoria troverai le mie riflessioni nomadi, ovvero pezzi di ciò che vedo, vivo e sperimento nella quotidianità del mio viaggio interiore – in quanto anima viva in un cammino d’amore verso se stessa e verso gli altri – ed esteriore – in quanto artista e nomade.
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COSA SONO LE RIFLESSIONI NOMADI?
La maggior parte delle volte sono pensieri disordinati, sparsi; sono puri e diretti, dalla mia ingarbugliata mente, a te che leggi. Scrivere su carta ciò che mi passa per la mente è sempre stato per me un modo di conoscermi, un’occasione per guardare i miei pensieri con un po’ di recul – come dicono i francesi – e poterli così apprezzare come parte di me, amarli nella loro insensatezza e imperfezione, e così facendo amare me stessa, nella mia insensatezza e imperfezione.
Queste riflessioni sono nomadi, proprio come me. Ho avuto il privilegio di vivere esperienze di viaggio fin da piccola e negli anni il movimento è diventato allo stesso tempo la mia zona di comfort e di dis-comfort: quando mi muovo ed esploro l’ignoto mi sento nel posto giusto, qualunque esso sia; quella sensazione di disagio, di stupore, di inaspettato che scaturisce dall’incontro con una situazione nuova è tra le mie preferite. Mi piace mettermi in situazioni in cui so già che non starò comoda, a mio agio, perché mi spingono a conoscere nuove parti di me, ad accrescere la fiducia in me stessa, negli altri e nella vita, mi portano nel luogo che preferisco di più: dove non avrei mai pensato di ritrovarmi.
Nomade, perché ho scelto di vivere facendo del cammino la mia casa. Nomade perché ad oggi, la mia casa ha 4 ruote. Perché ciò che chiamo ‘home’ è talmente vasto che bisogna spostarsi per tutto l’emisfero per toccarne le varie pareti.
Nomadi, perché i miei pensieri migrano. Nascono in me e poi si muovono liberi nell’etere.
Ho deciso di condividerli con te perché credo nel potere delle parole nella forza generatrice della condivisione. Le parole sono condensazioni energetiche che, se passate da un individuo ad un altro, possono generare ponti fra storie, fra mondi. Le parole sono curative, per chi le scrive, perché impara a riconoscerle e a lasciarle andare, e per chi le riceve, perché sono seme di trasformazione, perché fanno pensare, agire, perché ci fanno sentire simili e allo stesso tempo unici.
La mia quotidianità non è niente di estremo, di impensabile, di incredibile. Ma è una quotidianità unica nel suo genere, perché mia e, per qunto simile a tante altre, uguale solo a se stessa.
A te allora, affido una parte importante di me, te ne rendo, se vuoi, custode a tempo indeterminato.
Grazie per passare di qui, grazie per leggermi. E se vorrai scrivermi, sarò io a leggerti con piacere.
Una Selvaggia